Adesso le toccano i Servizi segreti. E sarà la solita Betty. Più o meno quella della foto

Elisabetta Belloni (Filippo Nanni)
Di Filippo Nanni
Liceo Classico. Maturità 1977. Elisabetta Belloni, per noi Betty, era la punta di diamante della Terza C, Istituto Massimiliano Massimo, Roma, Eur. Una scuola che non ha bisogno di presentazione a parte ricordare – perché è un passaggio non trascurabile di questa storia – che da lì ha spiccato il volo il presidente Mario Draghi. Ultimo anno di liceo in una classe che stava insieme da tre e che aveva sviluppato un’anima comune nonostante una composizione a dir poco variegata: piccoli geni della matematica, traduttori appassionati di latino e greco, spiriti liberi in cerca di identità e perfino calciatori promettenti. Sono passati più di 40 anni ma Elisabetta Belloni, evidenziata nella foto, ha sempre lo stesso sorriso intelligente e la battuta pronta. I miei compagni di classe saranno tutti d’accordo: era la più brava di tutti, uno dei pochi alunni ai quali il terribile professor Severini non abbia tirato un gessetto dopo una declinazione sbagliata. Brillante ma non “secchiona”, generosa e disponibile durante i compiti in classe. Sempre a bordo campo a festeggiare le vittorie della nostra squadra di calcio. I pomeriggi a casa di Betty per provare a capire la matematica erano in realtà un pretesto per vederci in cinque o sei e stare ancora insieme. E tutta la sua brillantezza non è andata sprecata: l’ha fatta conoscere ogni volta che ha fatto un passo avanti in una carriera straordinaria. E noi, i suoi compagni di classe, a scambiarci messaggi ogni volta che veniva promossa. Contenti ma mai sorpresi. Quando si è trovata a dirigere l’Unità di crisi della Farnesina, in un momento particolarmente delicato, sono andato a trovarla per organizzare un’intervista e mi ha raccontato le notti insonni in collegamento col mondo e mi ha fatto vedere la stanza spartana dove poteva riposare qualche ora. E quando a Febbraio l’ambasciatore in Congo Luca Attanasio è stato ucciso in un’imboscata, le ho mandato un messaggio alle 8 di mattina: ti va di ricordarlo a Rainews24? Mi ha risposto un sì laconico e poche ore dopo era in onda in esclusiva per Rainews24 senza retorica ma con parole di grande affetto e partecipazione per il suo collega-amico. Una solenne semplicità.
Adesso gli toccano i Servizi segreti. E sarà la solita Betty. Più o meno quella della foto.

Filippo Nanni
di Marco Varvello


Non far fallire la prima Expo di un Paese arabo causa pandemia da Coronavirus. Che sia questa la missione del governo degli Emirati, a Dubai si coglie da tanti dettagli. E da qualche numero. Per le strade della capitale dell’emirato, votato al turismo e alla finanza, si vedono più ospedali e centri diagnostici che turisti. I tamponi sono somministrati ai drive-in senza prenotazione. Non solo. E’ il tasso di popolazione vaccinata a piazzare gli Emirati arabi uniti ai primi posti al mondo: sabato 1 maggio erano terzi dopo Seychelles e Israele, secondo il New York Times. Nei sette emirati si contano almeno 205 centri vaccinali, dove si distribuiscono 4 sieri in commercio: Pfizer, Sinopharm, Sputnik e Astrazeneca. Quello che più ha fatto discutere è stato l’uso del vaccino cinese Sinopharm: il governo emiratino lo ha adottato quando era ancora in fase 3 di sperimentazione. A riceverlo sono stati primi fra tutti il personale sanitario e governativo.
L’aspettativa del Paese per Expo è altissima. A maggio 2020 il governo aveva concordato con l’autorità internazionale delle esposizioni un rinvio inevitabile: l’Expo 2020 sarebbe slittato al 1° ottobre dell’anno successivo, per terminare a marzo 2022. All’epoca il dilagare del contagio nel mondo, e il conseguente blocco delle frontiere, non lasciava altra scelta. E a cinque mesi dal taglio del nastro è ancora difficile dire se la diffusione della pandemia, in autunno, permetterà a questo evento globale di decollare. Lo stesso dilemma che attanaglia il governo giapponese per le olimpiadi di Tokyo. L’obiettivo, fissato dagli Emirati, è raggiungere i 25 milioni di visitatori.



